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Teatro, la tormentata storia di Camille Claudel in scena al Garibaldi venerdì 29 settembre

Uno spettacolo di  Giannella Loredana d'Izzia tratto da "Vita immaginaria di Camille Claudel scultrice"

Lo spettacolo nasce dal bisogno di voler raccontare, di voler dare corpo e voce al genio femminile, a Camille Claudel, scultrice francese sorella del poeta Paul Claudel e allieva ed amante dello scultore Auguste Rodin, morta a Montdevergues, dopo trent’anni di internamento.

Ho voluto rendere omaggio ad una donna, ad un’artista, ad una scultrice,  che amo profondamente, dalla personalità tanto ricca, quanto complessa, perché spesso la storia resta muta di fronte a molti eventi della sua esistenza, lasciando solo un nome quale esile ancoraggio della realtà” dice la regista Giannella Loredana d’Izzia.

Camille è vissuta in una società maschilista che ha combattuto, per altro, fortemente; società che non le ha perdonato la sua grande audacia e il suo genio.

Lei incarna una lezione artistica e umana: il suo atto creativo è, naturalmente, un atto Rivoluzionario. La scultura è, per Camille, una profonda vocazione sentita fin da bambina: ama la terra, ama affondare le mani nella terra, ama plasmare i desideri, coglierli e trattenerli. Ama cercare il segno vitale e vivifico della materia alla quale dare forza espressiva. Ama plasmare la Vita, catturarla e renderla immortale nella scultura che è stata, per lei, un continuo creare, un continuo spingersi oltre; una ricerca sofferta ed infinita. Cercare e sperimentare dentro lo spazio della sua mente e della sua anima e del suo corpo. Nell’intenso e silenzioso colloquio quotidiano, Camille incontra la materia grezza e le sue mani plasmano, modellano, tolgono, aggiungono, con movimenti dritti, obliqui, lenti, improvvisi di palmo, di dorso, di lato, trascendono il tempo e rielaborano lo spazio come in un inesorabile processo generativo dello spirito creatore.

La Scultura, straordinaria arte plastica, è la via regia per conoscere il mondo e svelarne i segreti. Le mani della scultrice cercano la vita nella materia grezza, inerte; penetrano il mondo interiore, modellano l’invisibile, l’infinito, l’eterno per rendere percepibile, dentro la forma, lo Spirito.

Lo spettacolo, supportato da Centro Antiviolenza Doride e Comune di Avola, è un viaggio difficile nella mente, nel corpo, nell’anima di questa donna che cerca l’impossibile.

È potente, sulla scena, la vicenda esistenziale di Camille, il dipanarsi dei suoi più intimi pensieri, come in un labirinto senza uscita: è un viaggio tortuoso in cui la sua anima si spaura e si spacca in pezzi.

Uno spettacolo intenso, nato da un rapporto di profonda coabitazione con il personaggio, con la donna Camille Claudel, con la sua estrema sensibilità, con la sua profondità creativa e la sua visionarietà sensuale e mistica.

La mia scelta drammaturgica, visiva e compositiva vuole accendere una luce su una Donna calpestata, sul suo genio oscurato e rimosso – conclude la regista –Ho scelto l’attrice Anna Passanisi quale compagna di viaggio, di lavoro. Attrice di grande profondità, creatività e verità. Sarà lei a vestirsi dell’anima di Camille Claudel e darle Vita in scena“.

 

 


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