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“Mio marito abbandonato al Pronto soccorso di Siracusa con forti dolori, curato all’ospedale di Avola”: il racconto

Una lettrice di nome Federica Russo ha reso noto un caso di malasanità attraverso una lettera aperta inviata alla redazione

Una segnalazione di presunta malasanità, con un lieto fine, è giunta alla redazione di AvolaNews e SiracusaNews tramite una lettera aperta inviata dalla lettrice Federica Russo.

Di seguito pubblichiamo il contenuto in versione integrale

“Questo è un messaggio di denuncia verso la malasanità che colpisce ancora all’Umberto 1. E ora vi spiego perché. Mio marito il 31/10 inizia ad accusare vomito alternato a dissenteria e dopo poche ore anche un forte dolore alla bocca dello stomaco.

Nonostante delle punture disintossicanti la sintomatologia persiste ed è lui stesso a pregarmi di accompagnarlo al Pronto soccorso all’alba del 1/11. Alle 7:30 arriviamo al triage dell’Umberto 1, dove un’infermiera dopo aver elencato i sintomi e specificato che il dolore è davvero molto forte ci manda in Guardia Medica sempre lì in ospedale, perché al Pronto soccorso, testuali parole, “c’è troppa maretta”.

Entrati in Guardia Medica mio marito rielenca i sintomi continuando a tenersi la pancia per il fortissimo dolore alla bocca dello stomaco.

Il medico di turno non si alza neanche dalla sedia, visitarlo non è contemplato e semplicemente diagnostica un’intossicazione alimentare (ripeto senza visitarlo) consigliando di mangiare fette biscottate ogni ora perché quel forte dolore che lo piega in due sono semplicemente succhi gastrici che lavorano a vuoto. Ebbene il dolore persiste e si fa sempre più acuto nonostante le medicine per calmarlo.

La sera di giorno 1 decidiamo di portarlo nuovamente al Pronto soccorso ma non riusciamo neanche a metterlo in macchina che sviene dal dolore. Chiamiamo l’ambulanza che lo fa entrare direttamente in Pronto soccorso.

Peccato che li venga abbandonato a se stesso per circa due ore. Fanno solo l’Ecg da dove si evince che il cuore sta bene, e poi viene abbandonato in una barella a contorcersi dal dolore poiché svariati minuti dopo il suo arrivo giungono codici rossi e gialli.

Dopo circa un’ora di attesa dal suo ingresso gli viene tolta anche la barella perché serve al personale e viene fatto accomodare su una sedia dove continua a stare male senza alcuna considerazione.

Al termine di due ore così chiede di poter firmare per andare via (l’intenzione era portarlo al Pronto soccorso di Avola) ma gli dicono che deve aspettare ancora prima di firmare perché deve prima cambiare il turno. Decide comunque di uscire perché non riesce più nemmeno a star seduto e il tutto ancora una volta senza qualcuno che lo abbia visitato.

L’indomani sera ci rechiamo al Pronto soccorso di Avola dove invece sospettando un’appendicite lo visitano, gli fanno una eco addominale e non ancora soddisfatti anche una tac con contrasto, il cui risultato è un sospetto Morbo di Crohn.

Risultato? Mio marito è attualmente ricoverato di urgenza nel reparto di Chirurgia di Siracusa per procedere con tutti gli accertamenti e le terapie del caso, ma solo e soltanto perché al Pronto soccorso di Avola il medico di turno ha fatto il proprio dovere, ossia visitare un paziente, la cui sintomatologia non può essere ridotta solo a “un’intossicazione alimentare” senza neanche sfiorargli lo stomaco.

Se fosse stata appendicite sarebbe stato già in peritonite, e se non ci fossimo recati ad Avola starebbe ancora malissimo senza sapere né il motivo né come migliorare. Tutto ciò è vergognoso e deve essere da monito per tutti coloro i quali si recano al Pronto soccorso di Siracusa.

Fate valere la vostra salute, sempre. E al personale sanitario in cui ci siamo imbattuti dico solo di fare un’esame di coscienza adesso, non dopo che perdiate pazienti a cui non avete prestato neanche un attimo del vostro preziosissimo tempo. La malasanità va denunciata e urlata. Così come viene elogiata la buona sanità.”


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