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Avola, piazza Faust D’Agata torna ad essere piazza Esedra, gli eredi dell’ex sindaco: “tentativo di cancellare la storia della città”

A Faust D'Agata il Comune ha deciso di dedicare una strada in un'altra zona di Avola, ma tale scelta non ha trovato il favore degli eredi del primo cittadino

Piazza Faust D’Agata da pochi giorni è tornata a essere “piazza Esedra”, non senza qualche polemica. La piazza che divide idealmente il lungomare di Avola, infatti, con una delibera comunale, è tornata ad assumere la denominazione che aveva fino al 2017, quando sotto la sindacatura di Luca Cannata, fu intitolata all’onorevole e più volte sindaco della città.

A Faust D’Agata, comunque, il Comune ha deciso, con la stessa delibera, di dedicare una strada in un’altra zona di Avola, ma tale scelta non ha trovato il favore degli eredi del primo cittadino che hanno deciso di scrivere sia alla Prefettura sia alla Soprintendenza, manifestando il loro disappunto.

Trovo il comportamento dell’amministrazione oltre che estremamente ingiustificato del tutto arbitrario. Il messaggio che passa è lapalissiano, l’amministrazione Cannata può fare e disfare a suo piacimento tutto, anche ricordare o tentare di cancellare imbucando il nome di un illustre personaggio storico in una piccola e recondita via della città“. Così inizia una lunga riflessione dell’avvocato Demetra D’Agata, avvocato nipote di Faust. “La delibera che dispone la re intitolazione di piazza on Faust D’Agata già piazza esedra in semplice piazza esedra è stata disposta con esecutività immediata. Quale urgenza c’era? Su cosa si è basata? Replicherà l’amministrazione “ recenti lamentele verbali”.

La delibera, infatti, motiva tale decisione con “reiterate richieste verbali di ripristino della vecchia toponomastica”.

Se è vero che verba volant queste lamentele verbali non hanno né un nome né un cognome, e suonano come una scivolosa seppure non velata giustificazione che sta significare “ noi possiamo tutto” – continua D’Agata – Mio nonno è stato quattro volte onorevole, il sindaco più giovane della città di Avola a soli 24 anni difatti veniva nominato sindaco, avvocato di professione sempre pronto ad aiutare il prossimo. Tanto stimato dalla popolazione da essere portato ogni primo maggio “ a cicireddu”’ ( sulle spalle) da Avola ad Avola antica dai braccianti agricoli che lo stimavano come uomo, come avvocato e come politico. Il tentativo di eliminazione storica becero e riprovevole non potrà mai essere idoneo a cancellare la memoria di Faust D’Agata il cui nome rimbomba ancora troppo forte tanto da essere considerato un avversario da combattere anche da morto“.

Solidale con Demetra D’Agata e la sua famiglia è l’onorevole Marika Cirone Di Marco che paragona la vicenda a un “gioco di risiko” in cui si  “cambia e scambia nomi a luoghi della città, cancella l’intitolazione di una piazza in centro cittadino dedicata a un suo cittadino illustre , la cui vita è stata strettamente e virtuosamente intrecciata con quella della sua comunità , il deputato comunista Faust D’Agata e ne appiccica il nome a una viuzza di periferia , senza rispetto alcuno per la storia della propria città“.

L’onorevole, poi, invita il sindaco Rossana Cannata a ripensarci e che “non si faccia incantare da interessate e miopi sollecitazioni “ verbali”. Un sindaco è tale se guarda a 360 gradi alla sua collettività ,non se si piega agli spifferi malefici di parte , tanto più se è una Sindaca“.

D’Agata, infine, ha incassato l’endorsement anche da parte del referente di “Officina delle Idee” ed esponente Pd Avola Gioacchino Tiralongo: “La toponomastica, altro non è che camminare per le trade accompagnati dalla memoria storica. Questa memoria, ad Avola risulta un po’ bizzarra e capricciosa. Così nel 2017 la passata amministrazione intitola piazza esedra all’onorevole D’agata ma l’altro ieri, come scrive la nipote Demetra, incomprensibilmente decide di “traslocare”. La memoria e’ lo specchio in cui guardiamo gli assenti, e se dimenticare è per l’umanità, una sciagura, traslocare arbitrariamente è una inaccettabile oscenità“.


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