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Avola, attestato da operatrice sanitaria falso: giovane avolese assolta

Il corso era costato duemilacinquecento euro, ma non era riconosciuto e così l'imputata, che era stata vittima di truffa come tante altre persone, si era invece ritrovata prima indagata e poi imputata e processata per il reato di esercizio abusivo della professione

L’attestato per esercitare la professione di Operatrice Socio Sanitaria era falso, ma la prima ad esserne all’oscuro era l’imputata.
Il giudice monocratico del Tribunale di Savona, ha assolto R.G., giovane donna Avolese, di anni 30, assistita e difesa dagli avvocati Antonino Campisi ed Antonio Cappello, perché “il fatto non costituisce reato“.
La donna nel 2013 aveva partecipato ad un corso per operatore socio sanitario e sostenuto un esame presso la sede dell’ente che risultava accreditato dalla Regione Lombardia ottenendo l’attestato incriminato che poi avrebbe utilizzato per prestare attività lavorativa in una clinica di Savona.
Ed è stato proprio su quel titolo che si  sono concentrate le indagini, dalle quali risultava che l’imputata avesse partecipato ad un corso in provincia di Comiso certificato dalla Regione Lombardia e poi effettuato un esame abilitativo a Milano.
Si trattava di una truffa, tra l’altro pagata a caro prezzo.
Il corso era costato duemilacinquecento euro, ma non era riconosciuto e così l’imputata che era stata vittima di truffa come tante altre persone si era invece ritrovata prima indagata e poi imputata e processata per il reato di esercizio abusivo della professione.
I legali della difesa hanno invece fatto emergere la buona fede dell’imputata, del tutto estranea alla formazione del falso attestato ed ieri, 9 ottobre 2023, è arrivata l’assoluzione della stessa da ogni accusa, nonostante la Procura avesse chiesto la condanna a mesi 6 di reclusione e 10.000€ di multa.
Gli Avvocati Campisi e Cappello hanno smontato totalmente la tesi accusatoria facendo emergere come mancasse – invece – la prova della conoscenza dell’imputata in merito alla falsità del proprio attestato di O.S.S..
Ad oggi, finalmente, dopo 10 lunghi mesi di processo è finito l’incubo per la giovane donna avolese, classe 1992, che vede finalmente acclarata ed indubbia la propria innocenza in merito a quanto le veniva contestato.


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