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Libero Consorzio, Rossana Cannata giura e si dimette: “ho già un ruolo nell’ente, lascio spazio”

Questa mattina nella sala del Libero consorzio di via Roma

L’emozione del primo giorno di scuola è stata smaltita quando, per la prima volta, i 12 consiglieri provinciali hanno varcato la soglia della sala consiliare di via Roma, lo scorso 28 aprile. Una sala maestosa, ma impolverata: simbolo di un ente che è stato centrale per il territorio e che poi, per anni, è rimasto in silenzio. Il tempo sembra essersi fermato, tutto appare cristallizzato.

Si testano i microfoni, si prova a rimettere in funzione quel vecchio Pc accanto alla postazione del presidente: obsoleto, ingiallito, ma ancora lì. Tuttavia, quel passaggio tecnico e simbolico è stato compiuto. E allora, superata la “sbronza emozionale” di far parte del primo Consiglio provinciale chiamato a ridare vita al Libero Consorzio, i consiglieri oggi hanno giurato “nell’interesse della provincia”.

In quelle parole è racchiuso tutto: le esigenze del territorio, la necessità di dialogo tra enti e forze politiche. Il primo a firmare il documento del giuramento è stato Cosimo Burti, seguito dagli altri. Tre donne e nove uomini compongono l’assemblea. Il presidente Michelangelo Giansiracusa ha voluto regalare alle consigliere un mazzo di fiori, sottolineando: “non per evidenziare una differenza di genere, ma come gesto di cortesia”.

Eppure, dopo appena cinque minuti, la “quota rosa” perde già una componente. È Rossana Cannata, sindaco di Avola, che prende la parola per presentare le dimissioni: “In quanto sindaco, già parte dell’assemblea dei sindaci che si interfaccia con il Libero Consorzio, ritengo di avere già un ruolo istituzionale e lascio spazio ad altri”, ha dichiarato.

Al suo posto subentra Giuseppe Lupo, primo dei non eletti per Fratelli d’Italia, che subito presta giuramento. A turno, i consiglieri intervengono, ringraziando i partiti, i sindaci e chi li ha sostenuti. Tra gli ultimi a parlare c’è Giuseppe Stefio, sindaco di Carlentini, candidato presidente del Libero Consorzio. “Dietro il dissesto dell’ente ci sono persone, lavoratori, famiglie che hanno sofferto sotto molti aspetti”, ha ricordato con forza.

E allora, buon lavoro. Servirà.


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