Interrogazione al ministro della Salute in merito al punto nascita dell’ospedale di Avola . A presentarla è stato il senatore del Pd Antonio Nicita assieme ai senatori Annamaria Furlan e Enza Rando. Tale atto è stato compiuto a seguito del polverone scatenato dalla lettera inviata alla direzione dell’Asp, in cui i 9 medici chiamati da Lentini a prestare servizio al Di Maria sostengono la mancanza del servizio Sten per le emergenze neonatali, uno dei “requisiti necessari per gli standard di sicurezza minimi richiesta per l’apertura del punto nascita”.
Tale lettera, nei giorni scorsi, è stata riscontrata dal dirigente sanitario Antonio La Ferla che ha rassicurato l’utenza relativamente alla sicurezza del punto nascita, parlando di una “polemica sterile e solo interna, perché quattro pediatre della struttura sono in maternità“; il problema sarebbe l’enorme difficoltà a trovare il personale, ragion per cui “abbiamo già avviato i concorsi, ma nel frattempo per garantire il servizio abbiamo proceduto con i trasferimenti temporanei interni all’azienda” . A rispondere è stato anche il direttore del dipartimento materno e infantile Antonino Bucolo, in una nota congiunta con La Ferla che, dalle pagine del quotidiano “La Sicilia”, ha smentito “l’affermazione secondo la quale il punto nascita di Avola non garantisce gli standard di sicurezza” poichè “con il personale medico inviatomi con ordine di servizio proveniente da Lentini esistono i criteri di sicurezza per assicurare la gestione dei pazienti pediatrici e la gestione dei neonati in sala parto così come previsto dal decreto assessoriale per i punti nascita di I livello”
Ora, però, i tre senatori, si rivolgono direttamente al ministro Orazio Schillaci.
“La struttura ospedaliera non ha la terapia intensiva ed è, pertanto, obbligata ad avere il servizio STEN, come è stato denunciato con una lettera firmata da diversi medici ospedalieri e trasmessa all’azienda sanitaria territorialmente competente – afferma il senatore Nicita assieme a Furlan e Rando – Nella lettera, secondo quanto riportato da “ilfattoquotidiano.it”, i medici denunciano che la mancanza del servizio di trasporto di emergenza neonatale “esporrebbe i neonati ad un elevato rischio e costringerebbe i medici in servizio a eseguire procedure che non rientrano nelle loro competenze, come il trasferimento di un neonato nelle unità di terapia intensiva neonatale (Utin)”, con il rischio di causare “risvolti medico legali gravissimi in caso di eventi avversi”.
Si chiede di sapere se il Ministro sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali iniziative, di propria competenza, intenda adottare per risolvere le criticità esposte al fine di garantire la piena tutela del fondamentale diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione e lo svolgimento delle procedure, da parte del personale medico, in sicurezza.”
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