Si è conclusa con quattro rinvii a giudizio e una sentenza di non luogo a procedere l’udienza preliminare del 9 marzo relativa al processo penale scaturito dalla cosiddetta “Operazione Hybla”, l’indagine avviata a seguito dell’incendio doloso sviluppatosi nella tarda serata del 14 agosto 2020 in una vasta porzione della zona collinare avolese e che ha consentito di fare luce anche su altri tre gravi incendi boschivi che negli ultimi anni hanno flagellato le aree collinari del territorio di Avola e la riserva di Cava Grande del Cassibile.
Il G.I.P. ha rinviato a giudizio le quattro persone che all’esito delle indagini della Procura della Repubblica sono state individuate come autori materiali degli incendi in quanto ritenute responsabili di avere innescato le fiamme. Il giudice ha invece pronunciato sentenza di non luogo a procedere nei confronti del dirigente del Comune di Avola imputato di avere omesso di predisporre e sottoporre al Consiglio Comunale di Avola l’atto di aggiornamento dell’elenco catastale dei soprassuoli già percorsi dal fuoco, in quanto non è stato ritenuto competente a provvedervi.
Nel corso dell’udienza è stata accolta dal Gip la costituzione di parte civile del Comune di Avola e delle associazioni Legambiente, Natura Sicula e Acquanuvena, difese dall’Avv. Paolo Tuttoilmondo, in ragione del prolungato e documentato impegno contro il fenomeno degli incendi boschivi, che proseguirà a breve con l’invio di nuove diffide a provvedere al censimento delle aree percorse da fuoco.
Il cosiddetto “Catasto degli incendi boschivi”, previsto dalla legge n. 353/2000, è uno strumento fondamentale per combattere il fenomeno degli incendi boschivi, “di cui il Comune di Avola – dicono le associazioni ambientaliste in una nota congiunta – si è dotato soltanto nel luglio del 2021 e di cui sono privi molti comuni della provincia, o perché non lo hanno mai adottato o perché non lo aggiornano annualmente. Tale strumento, redatto con l’ausilio del Corpo Forestale, imponendo sui terreni percorsi dal fuoco una serie di vincoli come il divieto di pascolo e di caccia per dieci anni, impedisce lo sfruttamento economico dei terreni in modo da dissuadere gli utilizzatori delle aree ad appiccare dolosamente gli incendi per consentire una migliore crescita di vegetazione più adatta al pascolo rispetto a quella naturale.”
Per le associazioni ambientaliste è necessario aprire una immediata indagine ispettiva per verificare l’esistenza in tutti i comuni di catasti degli incendi aggiornati e provvedere a nominare commissari ad acta in quelli inadempienti. “Per evitare infine che l’inadempimento o il grave ritardo nella predisposizione del “Catasto degli incendi boschivi” rimangano impuniti – concludono -, ogni comune deve provvedere alla nomina di un responsabile analogamente a quanto previsto per il contrasto all’abusivismo edilizio, con sanzioni per le inadempienze a carico dei funzionari e delle amministrazioni.L’apertura del dibattimento del processo è stata fissata per il 16 febbraio del 2024.”
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