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Avola, accusato di furto in abitazione, 23enne assolto dal Tribunale di Siracusa

Il giovane avolese è difeso dagli avvocati Francesco Piccione e Nino Campisi

Si è concluso positivamente – per l’imputato – al Tribunale di Siracusa un processo per furto in abitazione che vedeva imputato un giovane avolese, M.D. classe 2002, accusato di essere entrato in un’abitazione di un uomo e, approfittando della distrazione di quest’ultimo, di aver sottratto la somma di 250 euro. In sede di discussione il Pubblico Ministero aveva chiesto una condanna a 1 anno e 9 mesi di reclusione, mentre la difesa puntava sull’assoluzione.

La svolta nel processo penale si è avuta durante il contro esame della presunta persona offesa a seguito delle domande degli avvocati Francesco Piccione e Nino Campisi. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale e in sede di discussione i legali hanno evidenziato come il reato contestato all’imputato non poteva essere qualificato quale furto in abitazione (il quale prevede l’accesso clandestino nell’altrui abitazione o il mantenimento contro la volontà espressa o tacita della persona offesa all’interno dell’abitazione).

Il Tribunale aretuseo, accogliendo la tesi difensiva, ha rilevato che era proprio la persona offesa a consentire l’accesso nella propria abitazione al giovane imputato avolese, il quale fingendo di dover cercare la moglie di altro soggetto, avrebbe sottratto la somma di 250 euro, pertanto la condotta posta in essere dall’imputato non integra gli estremi dell’articolo 624 bis c.p.

La decisione finale è arrivata all’esito della Camera di Consiglio che ha così posto fine all’incubo giudiziario per l’imputato che vedeva pendere su di se un’accusa molto grave, in quanto il reato contestato nel capo d’imputazione è punito con la reclusione da quattro a sette anni.


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